Nella dodicesima notte dopo il solstizio invernale, considerata cruciale per i contadini che avevano appena seminato, si riunivano le speranze di un buon raccolto per l’anno appena iniziato. Nella stessa notte si celebrava anche la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti.
Vi ricorda nulla?
“La Befana vien di notte, col vestito alla romana…”
Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega. Essa volava per i cieli con una scopa, pronta ad essere bruciata come un ramo per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.
Autore : Prof. Sagretti