Oggi l’ospite di Riflettore è Franz Merkalli, frontman dei Frank Merkalli & Tellurika, gruppo metal rock storico friulano. Storico quanto? Considerando che avete all’attivo già cinque album di cui l’ultimo uscito in questi giorni.
Siamo attivi dal 1993. Praticamente quasi con la stessa line up originaria. Siamo sempre gli stessi dal 1995.
Chi sono gli altri membri del gruppo?
John Michael Venzone al basso, Alex Armato alla chitarra e Joe Sisma alla batteria. Tutti nomi reali ovviamente (ride n.d.r.)
Sono trascorsi più lustri dalla vostra fondazione. eppure, siete tutt’ora sulla cresta dell’onda tant’è’ che il video del vostro ultimo singolo in pochi giorni ha totalizzato centinaia e centinaia visualizzazioni. Secondo te qual è il segreto del vostro successo, perché’ il pubblico vi ama così tanto?
Si tratta del progetto comune di quattro ragazzi che ormai non sono più ragazzi e che hanno deciso di portare avanti il rock rigorosamente cantato in italiano. È una scelta che abbiamo fatto fin dall’inizio, anche perché non mi piace sentire una persona non madrelingua che canta in inglese o americano e poi perché mi piace essere diretto e far sorridere la gente con i nostri testi un po’ surreali e demenziali, più surreali che demenziali.
Tu sei l’autore di tutti i testi?
Sì, io assieme ad un mio amico medico. Ci dilettiamo a scrivere testi improbabili che però, come nell’ultimo disco, fanno anche riflettere. Ad esempio, nell’ultimo album trattiamo in molti brani il tema del trapasso con leggerezza. Quindi temi pregnanti trattati con un po’ di leggerezza.
I Franz Merkalli & Tellurika hanno vissuto finora diversi momenti epici nel mondo della musica. qual è quello che a ricordare oggi ti emoziona più di tutti?
Direi di no, non uno in particolare. In tutti questi anni ci sono state manifestazioni con tanto pubblico. È emozionante sentire il pubblico che conosce a memoria i testi delle nostre canzoni, soprattutto se è un pubblico di giovani. In particolare, se si considera il fatto che non siamo una cover band.
A distanza di dieci anni dall’ultima uscita discografica, da poche settimane è disponibile il vostro nuovo album. Come mai avete atteso così tanto per la sua uscita?
Ci sono tanti motivi, poi sai, oltre a fare gli artisti ognuno ha degli impegni collaterali. Poi però senti l’esigenza di uscire con un disco con dei brani che ci soddisfacessero a pieno. Abbiamo impiegato un po’ di tempo nella produzione più che nella scrittura. Anche se, tuttavia, negli ultimi live suonavamo già dei brani del nuovo album.
Da pochissimi giorni è disponibile il nuovo album che s’intitola “Scaricalapp” ed il primo singolo estratto porta lo stesso titolo, appunto, “Scaricalapp”. Franz andiamo più nel dettaglio: di che cosa parla questa canzone?
Estremizziamo una tematica che viene affrontata spesso e volentieri: la necessità di giovani e meno giovani di essere “connessi” al mondo virtuale. La canzone parla di una persona che sta per finire i suoi giorni terreni e sente la necessità di avere una connessione piuttosto che fare una riflessione sulla propria esistenza, su quello che ha fatto o che non ha fatto. Vedere le persone con gli smartphones alla continua ricerca di internet ci ha un po’ staccato dalla realtà.
Di questa canzone è stata realizzata una clip che ha già avuto riscontri molto positivi anche perché molto curata nei minimi dettagli. a chi è venuta l’idea di far fare l’attore protagonista a uno scheletro?
Beh, diciamo che trattando il tema del trapasso, non si poteva avere un personaggio migliore di uno scheletro. È stato divertente soprattutto portarlo in giro in macchina da un luogo all’altro, i miei figli si sono molto divertiti, meno male che non era vero. È molto divertente vederlo ma è stato molto divertente realizzarlo. Grazie anche a Paolo Comuzzi che, oltre a curare da sempre le copertine dei nostri album, ha curato anche la produzione di questo video.
Il singolo è contenuto nel vostro nuovo album. Questo nuovo lavoro discografico da quanti pezzi è composto?
Ci sono alcuni brani con il tema del trapasso come: “Trapassat”, “Scaricalapp”, “Funeral Party” che è il primo pezzo. È nato dal fatto che per alcuni abbiamo partecipato al festival mondiale della musica funebre di Rivignano, ci chiamavano perché portassimo un brano. Alla fine, li abbiamo collezionati uno dopo l’altro ed è diventato quasi un concept album. In pratica ci sono quattro brani che trattano questo tempo, poi abbiamo spaziato anche in altre tematiche, tra cui un lento “Via Col Vento”, un tributo ad un’altra band, i Wind, anche loro del Friuli-Venezia Giulia. Un altro pezzo è “Le Pattine”, che sta avendo un grande riscontro tra i ragazzi. È una caricatura del friulano medio, descritto con ironia.
Del nuovo lavoro discografico qual è il brano che ti rende più orgoglioso?
Le Pattine è quello che mi piace di più a livello armonico. Poi sono affezionato alla “Pantegana di Susegana” che è un pezzo del 1993 contenuto nel primo album e che abbiamo rifatto nel 2019 in occasione dell’ultimo album. È un brano che mettiamo sempre in scaletta quando suoniamo dal vivo.
A proposito di canzoni preferite, qui a Riflettore siamo soliti rivolgere una domanda di rito ad ogni nostro ospite. Quindi anche a te chiedo: quale canzone del panorama della musica leggera italiana ti sarebbe piaciuto scrivere e portare al successo?
“Ti sento” dei Matia Bazar. È un brano potente sia a livello di testo sia a livello di musica, poi è stata composta da due miei autori preferiti Marrale e Stellita. I Matia Bazar erano un portento negli anni ’70 e ’80.
Segnaliamo dove è possibile acquistare il vostro lavoro ed i vostri prossimi live?
C’è una data confermata per il 20 aprile al “Rock Club ’60” a Pradamano (UD) alle ore 21.00. L’album si può ordinare tramite il sito www.tellurika.com, oppure all’Angolo Della Musica a Udine, oppure ancora contattandoci presso la nostra pagina Facebook. Inoltre, è disponibile in tutti digital store.
Adattamento Testi : Luca Bellomo
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