Peter Stromberger nasce da un’idea di Antonio Mingrone. Dopo anni di Rock con il gruppo triestino Hangover, decide di intraprendere un percorso artistico cantautorale, con sonorità che spaziano dalla musica popolare al jazz, etc..
In apertura di Riflettore salutiamo gli altri componenti della tua formazione, ci pensi tu?
Davide Zuin chitarra solista, il bassista Tiziano Zaramella (“Il Tix” n.d.r.), Mattia Borini alle tastiere ed Emanuel Donadelli alla batteria.
Il vostro è un progetto cantautorale nato qualche anno fa. Quando e come vi siete incontrati?
Il progetto è nato nove anni fa con altri componenti e poi si è sviluppato negli anni. Nasceva come trio e poi grazie a Davide Zuin il progetto musicale è diventato reale. Anche se comunque nel corso del tempo la formazione è cambiata di frequente.
Perché avete scelto Peter Stromberger come nome da dare alla vostra formazione? Sembra più che altro il nome di un artista solista, nessuno lo collegherebbe mai a una band. Quale significato ha per voi?
Nasce da un episodio singolare: uno dei precedenti musicisti del gruppo, una sera, andando a vedere un concerto, è stato tamponato da un’auto alla guida della quale c’era un signore austriaco, piuttosto alticcio ma molto pittoresco, di nome Peter Stromberger. Quando seppi di questo episodio mi colpì il nome di questo signore per la sua musicalità. Da quel momento abbiamo deciso che quello sarebbe stato il nome del gruppo.
Scrivete le vostre canzoni. A quale genere musicale appartenete?
Non saprei definire moltissimo a che genere musicale apparteniamo: in genere potrei dire pop cantautorale perché scrivo musica e parole delle nostre canzoni e perché è il genere da cui ho iniziato e che mi viene naturale. Anche se comunque noi spaziamo molto a livello musicale: dal jazz fino al reggae o al rock. È comunque molto eterogeneo.
Siete spesso chiamati ad esibirvi live nei più bei locali del FVG. Il vostro repertorio che cosa propone più nel dettaglio, cover e improvvisazioni o soltanto pezzi vostri?
Solitamente proponiamo sempre qualche cover, tre o quattro, quelle più affini a noi come genere anche se magari sono canzoni poco conosciute.
Tra poco su Radio Gioconda ascolteremo per la prima volta un vostro brano inedito si intitola “Piove”. Di che cosa parla più nel dettaglio? Come è nata questa canzone? Dov’eri, dove eravate quando l’avete scritta?
Questa canzone l’ho scritta in un giorno di pioggia, sembra banale, e parla degli stati d’animo evocati da un giorno di pioggia. Il suono della pioggia diventa quasi musicale ossessivo anche una sorta di malinconia che svanisce al ritorno del sole.
Abbiamo appena ascoltato la canzone “Piove” dei Peter Stromberger la band protagonista oggi di Riflettore. Portavoce del gruppo è Antonio, il cantante e fondatore della formazione. Antonio, tu come hai iniziato a fare musica, a cantare?
È una passione che è nata fin da piccolo, a dieci anni ho acquistato la mia prima chitarra e poi man mano ho iniziato con la composizione. Poi ho preso un po’ di lezioni e da lì è partito tutto. Io mi sento più un paroliere, non mi definisco poeta. È il modo migliore che conosco per descrivere quello che provo e quello che ho intorno.
Ricordi quando ti sei esibito per la prima volta in pubblico?
La prima volta che mi sono esibito in pubblico ero abbastanza giovane, ad una festa di amici, facendo un genere musicale che ora ho accantonato, l’heavy metal, fu disastroso. Non conoscendo l’inglese è venuta fuori una cosa molto maccheronica. Imbarazzante.
Ebbi la mia rivincita ai tempi dell’università quando mi sono reso conto di avere delle capacità in questo campo.
Essere il fondatore e il frontman di una band è una grande responsabilità, come vivi questi due ruoli?
Non mi sento il “fondatore” del gruppo perché c’è un lavoro di squadra anche se ho la responsabilità di essere la persona che si presenta a nome del gruppo.
Con i “Peter Strombèrger” qual è la più bella esperienza musicale che hai vissuto finora?
Un concerto a Udine, al “Quinto Recinto”, a fine 2018 ed è stato un concerto meraviglioso, probabilmente il più bello di questi quattro anni.
Dicevamo prima che scrivete pezzi vostri. quanti brani avete composto finora? È prevista l’uscita di un lavoro discografico, un EP, un album?
Abbiamo prodotto una demo e ci stiamo organizzando per produrre un album con una decina di brani. Anche se abbiamo un repertorio di una ventina di canzoni.
Passiamo ora alla domanda di rito di Riflettore, quale canzone del panorama della musica leggera italiana ti sarebbe piaciuto scrivere, cantare o comunque portare al successo?
Ci ho pensato molto perché sarebbero tantissime, ma ho scelto “Il Bacio Sulla Bocca” di Ivano Fossati. Perché sono un suo grande ammiratore e perché in questa canzone ci sono una dolcezza ed una poetica incredibili.
Su Radio Gioconda abbiamo appena ascoltato “Un Bacio Sulla Bocca” di Ivano Fossati, la canzone del panorama musicale nazionale prediletta da Antonio, il cantante dei Peter Stromberger. Antonio, per quanto riguarda la tua band, ci sono date live programmate per le prossime settimane?
Al momento non ce ne sono, abbiamo un concerto in programma a fine febbraio primi di marzo all’Associazione Potok di Stregna, ma la data non è ancora stata fissata. Tuttavia, potete tenervi aggiornati sulle nostre attività tramite la nostra pagina Facebook Peter Stromberger.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Continuare a far musica, semplicemente far musica perché è una parte essenziale della mia vita.
Grazie mille per questa chiacchierata in bocca al lupo per tutto il 2019.
Grazie a te e grazie a Radio Gioconda che ci ha dato la possibilità di farci conoscere un po’ di più.
Adattamento testi: Luca Bellomo
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